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al testo di Gil
Le tue parole attendo, amore mio
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Le tue parole attendo, amore mio come la veglia notturna attende il ritorno dell'alba, come il fiore attende l'acqua di chi ne ha cura. Di te mi pervade urgente un pensiero: Vieni, mia parola, non indugiare, vieni con la tua luce e inondami: di te sarò l'ombra fugace e noi l'attimo di bellezza che il tempo avrà perdonato al nulla.
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Rosa Maria Cantatore
- 05/07/2018 17:31:00
[ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]
la parola come una donna amata, spasmodicamente desiderata dal poeta: così, metaforicamente, si può (anche) leggere questa pagina, tanto intensa.
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Laura Turra
- 05/07/2018 17:23:00
[ leggi altri commenti di Laura Turra » ]
Qui il poeta attende le parole dell’amata, come il compimento (l’alba per la veglia) o come l’indispensabile (l’acqua per il fiore). Ma la parola che chiede è l’amata stessa, la sua voce, il suo accento particolare, segno distintivo di lei. Caro Gil, penso che a volte l’amore, solo la Poesia può dirlo, perché essa possiede parole che sanno dire e custodire. Ti abbraccio forte
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